Castello di proprietà dei conti di origine longobarda forse un ramo degli Attoni poi dei conti Rovellone passò sotto Fabriano ai tempi di Guido Chiavelli.La sua origine toponomastica deriva Prece Preceps “PRECIPIZIO”. (Sassi R.1988)

Coordinate: 43.400897, 13.04625

Il borgo di Domo si presenta come un castello fortificato, cinto da mura alte e scoscese che delimitano l'intero poggio su cui sorge. A sud, punto di convergenza delle tre vie d'accesso, si concentrano gli elementi architettonici più significativi: una torre e la porta d'ingresso, entrambe sovrastate dalle mura, le cui fondamenta mostrano una lieve scarpatura. Una rampa ripida conduce alla porta; una volta varcata, si accede a una piazza delimitata su tre lati dalle abitazioni e sul quarto dalla chiesa di San Paterniano. La tipologia abitativa non è uniforme: si osservano piccole case a schiera di due o tre piani e complessi edilizi più ampi che richiamano gli antichi palazzi signorili. Tutti gli edifici, tuttavia, sfoggiano facciate in pietra arenaria e coperture in coppi. Nel corso degli anni, nonostante notevoli modifiche – come la demolizione di un isolato per creare una seconda piazza e l'apertura di altri due ingressi sul lato nord-ovest – il castello conserva la sua impostazione originale e molti tratti distintivi dell'architettura medievale.

Coordinate: 43.401175, 13.062593

L’Abbazia benedettina di San Urbano, nominata nel 1033 in una pergamena che parla di un accordo tra Gisberto abate di San Urbano e Attone, Abate di San Vittore delle Chiuse possedeva 15 chiese nella valle di San Urbano con il vicino castrum di S. Urbano, che nel 1200 aveva cento domus, la terza parte del castello di Rotorscio, la quarta parte del castello di Faete e la villa di San Giovanni. (Cherubini A, 2001) Contrasti con il comune di Apiro la portarono ad essere incendiata nel XIII secolo. (Cherubini A,1992) All’inizio del XV secolo inizio il suo declino e venne accorpata alla vicina Abbazia San Salvatore di Valdicastro nel 1442. (Cherubini A.1992)

Coordinate: 43.41017, 13.081417

Cupramontana prende il nome dalla dea Cupra, venerata dalla popolazione locale preromana. Nel corso della sua storia, ha avuto un ruolo importante come municipio romano, parte del ducato di Spoleto-Camerino e infine parte del Contado di Jesi dello Stato Pontificio. Nel XV secolo, la zona ha ospitato alcuni elementi del gruppo eretico dei Bertolani, mentre nel XVIII secolo ha dovuto resistere all'aggressione delle truppe francesi. Solo con l'Unità d'Italia, nel 1861, il comune ha potuto tornare al suo nome originario di Cupramontana.

Coordinate: 43.445408, 13.115351